Capri, l’isola delle sirene con il tocco della nostalgia

Parlare di Capri ha un po’ il senso della nostalgia. Non tanto per certo struscio quanto per quelle atmosfere lontane, magiche icone di un lontano ma splendente vissuto che Capri ha saputo rappresentare.

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Capri, l’isola azzurra dell’amore, con un paesaggio scolpito dal vento e dal mare, e dalla bellezza mozzafiato. Certo, per me che non amo la mondanità, è dura.

Capri, un sogno di antica memoria. Di epoche dorate dove far parte della mondanità era qualcosa di altro rispetto e influencer e arrichiti. Premessa: non ho mai visto Capri per evitare di immergermi in un magma umano che non amo. Come non amo laddove tutto mi porta troppo a contatto con gli altri perché amo le strade solitarie e i posti impervi. Detto questo, però, prima o poi, Capri la dovrò visitare. Come andare a Capo Nord. Solo che Capo Nord, per un motociclista d’annata come mi reputo, è un luogo dell’anima, Capri, il luogo di una certa idea del passato.

Per questo, parlare di Capri ha un po’ il senso della nostalgia. Non tanto per certo struscio quanto per quelle atmosfere lontane, magiche icone di un certo vissuto che Capri ha saputo rappresentare, ad esempio, con i film di Totò (mi pare di vederlo, occhiali scuri, cappelo di paglia bianco in testa e mano anellata al mignolo con simbolo nobiliare). Dagli anni delle frequentazioni di Curzio Malaparte prima che scrivesse La Pelle con la tragedia della guerra, passando per gli anni Sessanta per arrivare agli anni Ottanta e Novanta, epoca forse di debito pubblico ma di gioie diverse. L’idea della bellezza di Capri certamente non rimanda a quella di austerità e di sobria rinuncia. Altrimenti non sarebbe Capri dove anche la natura e la storia sono sempre “in eccesso”.

Capri è situata all’imbocco del golfo di Napoli, a soli 5 Km dalla Penisola Sorrentina. L’isola era nota anticamente come l’isola delle Sirene. Ha coste calcaree e molto frastagliate, tra le quali il mare penetra creando scenari suggestivi.

Nelle acque circostanti emergono grossi scogli aguzzi, detti Faraglioni. Rinomate a partire dall’ottocento per la loro bellezza sono la Grotta Azzurra e la Grotta Verde, caverne riempite a metà dal mare, in cui i riflessi della luce provocano fantasmagorici riflessi di luce. Il centro principale, Capri, sorge su un’altura fra le insenature di Marina Grande e Marina Piccola.

L’altro comune dell’isola, Anacapri è situato in una zona più elevata. Grazie al clima mite e alla bellezza del paesaggio, l’isola, è divenuta una famosissima località. L’isola, già colonia fenicia e greca, fu soggiorno preferito degli imperatori romani, tra cui Augusto e Tiberio, che vi fecero costruire sontuose ville delle quali restano i ruderi.

Molte le testimonianze anche dell’architettura bizantina, saracena e arabo-normanna, come la Chiesa di S. Costanzo (XI sec.), la Certosa di San Giacomo (1374), e la Torre Saracena.

Il cuore della vita mondana è la famosissima piazzetta Umberto I chiusa come un cortile. Essa dovette costituire il centro del più antico abitato di Capri (V-IV sec. a. C.), stando a due ritratti di mura, visibili della cinta fortificata dell’acropoli greca. Oltre ai tanti richiami culturali, al fascino del mare e della natura, Capri unisce anche il desiderio dello shopping (che Dio ci scampi).

Eleganti e famosissime boutique e botteghe artigiane, si mescolano tra loro, nei suoi lunghi e caratteristici vicoletti. Ma in ultimo, non bisogna dimenticare la gustosa gastronomia locale, legata alle tradizioni marinare e contadine dell’isola. Insomma, prima o poi ci vado, magari come Fantozzi, in inverno, quando tutto è immobile e senza signorina Silvani al fianco.

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MUNIMENTUM

“Le corse in moto e il fastidio della modernità, il gusto della solitudine e il perdersi nella massa, l’ansia d’assoluto e il minuto mantenimento del presente, uomo del suo tempo eppure nato fuori tempo, asceta ed esteta”.